Strega comanda color, per tacer del lupo mangiagol
Allievi CSI – Girone B - stagione 2016/2017
Allenatore: D’Amore Filippo
Vice Allenatori: Ferrari Lorenzo – Mangili Luca
Villaggio degli Sposi – Bergamo – 27 novembre 2016 – ore 11,00 (la partita questa volta è iniziata alle ore 11,15. Un giorno forse si riuscirà ad iniziare alle 11,00 orario ufficiale…)
Intro – Strega comanda color
Almeno ai tempi di gioventù del povero cronista (ora probabilmente non si usa più), bambinetti delle scuole elementari (ora primarie, n.d.r), si faceva un gioco che si chiamava “Strega comanda color”.
Il gioco consisteva in questo: a turno uno stava sotto (come si suol dire) impersonando la strega che doveva catturare tutti gli altri, i quali dovevano scappare per non farsi prendere.
La particolarità stava nel fatto che prima di iniziare l’inseguimento dei compagni la strega proferiva la formula magica “strega comanda color…” e, dopo un tempo di esitazione destinato a creare suspence, esplicitava il nome del colore.
Al che tutti quelli che scappavano dovevano toccare qualcosa di quel colore per potersi considerare salvi e immuni dalla strega.
Chi invece non riusciva a toccare niente del colore uguale a quello chiamato poteva essere inseguito dalla strega e, se toccato, diventava a sua volta la strega.
Chiaramente chi stava sotto non è che chiamasse colori banali e semplici quali rosso, verde, giallo o simili.
Oggetti, vestiti o quanto altro di quei colori erano tutto sommato rinvenibili nei paraggi e avrebbero consentito agli inseguiti di salvarsi.
Con il tempo le streghe si erano fatte furbe e avevano iniziato a esprimere comandi improbabili quali “strega comanda color grigio topo ustionato sul cavidotto elettrico” o “strega comanda color acquamarina quando è il mare è in tempesta forza 8”.
O, ancora più astutamente, chiamate di colori tipo “strega comanda color rosso di sera bel tempo si spera indossato da ragazza alta metri 1 e 90 che abita a Rozzano provincia di Milano”. Il che creava decisamente qualche problema ai malcapitati che dovessero ricercarlo.
Bene, quando gli Allievi CSI della Virescit hanno scelto la seconda maglia da utilizzare in determinate occasioni al posto della classica e storica (e bellissima, mi si permetta) maglia viola devono aver giocato a strega comanda color.
E ad un certo punto la strega ha comandato “color giallo limone fosforescente a seguito di immersione in bidone di sostanza radioattiva” pensando di fregarli tutti.
E invece qualcuno l’ha trovato.
È quello il colore della seconda maglia degli Allievi Virescit ed è con quella maglia che hanno disputato la partita contro il Rovetta domenica 27 novembre.
La cronaca
Ora noi si è parlato di streghe, ma domenica 27 novembre al campo del Villaggio degli Sposi si aggirava anche un altro essere tipico delle favole: il lupo, nella fattispecie il lupo non mangiaghiaccio bensì mangiagol.
Perché se è vero che gli Allievi viola (oggi “color giallo limone fosforescente a seguito di immersione in bidone di sostanza radioattiva”) hanno segnato tre gol, è anche vero che ne hanno sbagliati almeno il doppio soli davanti al portiere o in occasioni nelle quali sarebbe stato più facile farlo il gol che sbagliarlo.
Leggete un po’ la cronaca e trovate gli indizi.
L’inizio della partita non è esaltante.
Le due squadre si studiano e il gioco ristagna soprattutto a metà campo oppure si arena in folate offensive, soprattutto da parte della Virescit, di poca efficacia.
Poi al 7′, alla prima occasione, la Virescit segna.
Combinazione Mamani – Tiraboschi e la difesa del Rovetta è costretta a mettere in angolo.
Dalla bandierina del corner batte Ferrari Francesco, la palla spiove in area e Boughlem batte a rete quasi a botta sicura.
Il difensore avversario respinge praticamente sulla linea, ma Maraglio è lesto più di tutti e con tap-in di tempismo perfetto insacca. 1 a 0.
A questo punto la Virescit sale in cattedra.
Al 9′ Marras apre per Tiraboschi pescandolo in mezzo all’area, ma Tiraboschi cincischia e perde il pallone.
Un minuto dopo Marras si incunea nelle linee difensive avversarie ed entra in area. Il difensore del Rovetta non trova altra soluzione che agganciargli il piede da dietro e l’arbitro sancisce il più sacrosanto dei rigori.
Lo batte Boughlem e siccome Dio perdona e il Buitre no, palla da una parte e portiere dall’altra: 2 a 0.
Il Rovetta accusa il colpo e praticamente sparisce dal campo.
Al 16′ Tiraboschi serve un pallone a Maraglio in mezzo al campo. Maraglio inventa un passaggio filtrante bellissimo a lanciare Boughlem in area solo come un eremita solitario. Boughlem però non si coordina e addirittura in questa occasione inciampa.
Subito dopo è Ferrari Francesco a servire a Maraglio un invitante palla per un tiro dal limite: la conclusione di Maraglio è un tiro a metà tra la trasformazione di una meta e il lancio in orbita di un razzo.
Poi una combinazione Marras – Tiraboschi fa pervenire un ghiotto pallone in mezzo all’area dove però nessuno dei ragazzi Virescit si fa trovare all’appuntamento.
La Virescit preme però in continuazione e non lascia respirare i ragazzi seriani.
Al 17′ Tiraboschi fa tutto da solo, si beve tre avversari come aperitivo, ma poi, una volta entrato in area di rigore, cade da solo. Agostino raccoglie il pallone e tira a rete: fuori, anche se non di molto.
Al 19′ Paruta esce dall’area palla a piede e serve Ferrari Francesco il quale se ne va sulla fascia per poi servire in mezzo all’area Tiraboschi. Da posizione favorevolissima quest’ultimo calcia alto sulla traversa un pallone d’oro.
Un minuto più tardi ancora la coppia Tiraboschi – Ferrari Francesco semina il panico nell’area del Rovetta.
La prima conclusione di Tiraboschi viene parata dal portiere ospite con un intervento prodigioso, la ribattuta di Ferrari Francesco a botta sicura viene parata dal portiere ospite con un intervento ancor più prodigioso (alla fine della partita il portiere del Rovetta risulterà il migliore in campo per gli ospiti).
Al 24′ Ferrari Francesco mette in mezzo all’area una pennellata perfetta per la testa di Maraglio: l’incornata del capitano è bellissima per precisione e angolazione, ma un difensore la tocca leggermente, quanto basta a fare in modo che la palla si stampi sulla traversa anziché infilare il sette.
Al 31′ la Virescit riprova una combinazione analoga. Questa volta è Mamani che serve ancora per Maraglio, il quale però non salta coordinato e spizzica appena la palla.
Sul ribaltamento di questa azione da segnalare una buona chiusura in recupero di Regonesi, il quale evita che la situazione si complichi.
Al 34′, prima di andare al riposo, ancora un’emozione.
Il Rovetta batte senza esito una punizione nei pressi dell’area Virescit.
Ribaltamento veloce di fronte: Tiraboschi va via in velocità e serve Boughlem, altrettanto lanciato in velocità.
Boughlem entra in area ma in uscita il portiere ospite, con l’ennesima paratona da almanacco, nega il gol del 3 a 0.
L’inizio del secondo tempo è sulla stessa falsariga della fine del primo.
Al 1′ Tiraboschi, calciando una punizione, coglie il palo. Maraglio recupera il pallone e serve Seghezzi al limite, ma il suo tiro è alto.
Al 3′ si fa vivo il Rovetta che ci tiene a far sapere che esiste: da uno dei rari corner battuti dagli ospiti nasce una mischia in area, ma dopo un batti e ribatti il pallone finisce sul fondo.
Al 5′ un’altra mischia in area Virescit, Vinciguerra sventa il pericolo.
La fiammata del Rovetta si esaurisce qui.
Al 7′ combinazione Cangiamila – Tiraboschi, passaggio filtrante per Boughlem il tiro del quale lambisce il palo destro della porta avversaria.
Al 8′ Tiraboschi, con numero brasileiro, di tacco lancia Cangiamila il quale perde palla al limite dell’area senza sfruttare l’occasione.
Al 16′ un tentativo di Tiraboschi con tiro di media potenza: parato.
Un minuto dopo Mamani, con un tiro cross, prova senza esito a sorprendere il portiere ospite.
Al 19′ Khaddad ruba una buona palla a metà campo e si invola solitario verso l’area di rigore avversaria.
Un difensore del Rovetta recupera da dietro, decidendo di applicare alla lettera gli insegnamenti del credo del buon vecchio Paròn Nereo Rocco “Tutto quello che si muove sull’erba, colpitelo. Se poi è la palla, pazienza” (Nereo Rocco, a dire il vero, lo diceva in dialetto veneto: “Tuto quel che se movi su l’erba, daghe. Se xe la bala, pasiensa”.): il risultato è un fallo al limite dell’area quanto meno da ammonizione, se non da espulsione diretta. L’arbitro non estrae né il cartellino giallo né quello rosso.
La successiva punizione battuta da Ferrari Francesco si infrange sulla barriera.
Al 22′ l’unica vera occasione per il Rovetta: punizione magistralmente battuta, la traversa salva Vinciguerra.
Un minuto dopo Boughlem, nuovamente involatosi verso l’area avversaria, su rilancio del proprio portiere tenta dal limite una gran botta al volo che lambisce il palo destro della porta.
Al 24′ Boughlem lancia Cangiamila in area, il portiere ospite con un miracolo ribatte.
Si impossessa della palla Seghezzi ed è quello che si definisce un rigore in movimento: io, tu (la palla) e (non le rose ma) la porta.
Seghezzi però esita un attimo di troppo e perde l’attimo fuggente: il suo tiro è forte, ma la sua esitazione ha consentito a un difensore del Rovetta di recuperare e salvare proprio sulla linea, riuscendo a deviare in corner.
Poi al 27′ finalmente la Virescit decide di essersene mangiati davvero troppi di gol e che ancora uno almeno vada segnato.
Mamani pesca con lancio bellissimo Boughlem il quale entra in area e scavalca il portiere in uscita con tocco elegante da sotto a depositare la palla nell’angolo opposto della rete. 3 a 0 e partita definitivamente chiusa.
Il resto è ancora e solo Virescit.
L’ultima emozione è al 29′: Mamani fa un gran numero di prestigio in mezzo al campo districandosi tra una selva di avversari, poi libera Tiraboschi in area da solo. La conclusione di Tiraboschi viene ribattuta dal portiere in uscita con l’ennesima paratona.
L’incontro si chiude qui.
Ora fate il conto di quanti gol si sia mangiato il lupo mangiagol e scoprirete che si è fatto un’autentica scorpacciata.
Però tutto sommato fa niente.
Il nostro mitico zio Vujadin, come già ricordammo in altra occasione, sosteneva che la sua grossa preoccupazione fosse quella di prendere un gol meno dell’avversario.
Missione compiuta zio Vujadin.
Anche con le maglie “color giallo limone fosforescente a seguito di immersione in bidone di sostanza radioattiva”.
Vittorio Maraglio