Manita para la fase final y Julio Velasco

Allievi CSI – Girone B - stagione 2016/2017

Allenatore: D’Amore Filippo
 
Vice Allenatori: Ferrari Lorenzo – Mangili Luca
 
Villaggio degli Sposi – Bergamo – 23 aprile 2017 – ore 11,00 (davvero ore 11,00. Non ci posso credere!!!)
 
 
Prologo
 
La Virescit conquista a tre giornate dalla fine della prima fase la matematica certezza dell’accesso alla fase finale.
Lo fa in modo perentorio, liquidando il Fiorano al Serio con un cinque a zero senza incertezze e senza esitazioni.
Anzi, gioca bene la Virescit. Al di là di quelli che possano essere i limiti degli avversari, gioca molto bene.
I giocatori cercano sempre il fraseggio, l’uno – due, la manovra ariosa.
Il meccanismo sembra finalmente aver raggiunto la sincronia giusta.
I giocatori si trovano e l’amalgama con la Triade in panchina ha trovato la miscela perfetta.
Adesso si tratta di perseverare e lavorare pazientemente per mantenere questo equilibrio.
Perché nella fase finale conterà soprattutto avere quello, equilibrio, soprattutto mentale.
Allora diremmo che per la fase finale sarà bene che giocatori e allenatori si ricordino un grande, grandissimo allenatore oltre che grande, gradissimo motivatore: Julio Velasco.
Julio Velasco è senz’ombra di dubbio uno di quegli uomini che ha lasciato la propria traccia nella storia dello sport.
Nato a La Plata, in Argentina, nel 1952, diventa nel 1989 commissario tecnico della nazionale italiana di pallavolo maschile.
Con lui, nasce quella che il giornalismo sportivo ha ribattezzato la “Generazione di Fenomeni“.
La sua Nazionale vince tutto: tre Europei, due Mondiali e cinque World League, senza contare poi numerosi tornei minori.
La squadra di Velasco ha potuto sicuramente contare su talenti rari e cristallini (Andrea Lucchetta, Luca Cantagalli, Lorenzo Bernardi solo per citarne alcuni).
Ma il miracolo del coach sudamericano è stato quello di aver creato un gruppo straordinariamente unito.
Velasco, infatti, non è stato solo un grande allenatore, ma anche un grande motivatore, uno che sapeva tirare fuori il meglio dai propri giocatori.
Alcuni dei suoi pensieri e delle sue frasi sono diventati dei mantra.
Abbiamo raccolto quelli per noi più significativi e ne abbiamo fatto il Decalogo di Julio.
È il nostro viatico a giocatori e allenatori della squadra Allievi Virescit CSI per la fase finale.
 
Il decalogo di Julio Velasco
 
1) Cosa deve fare, secondo Velasco, il vero allenatore?
“Ecco il ruolo dell’allenatore! Uno non è un grande allenatore quando fa muovere i giocatori secondo le proprie intenzioni, ma quando insegna i giocatori a muoversi per conto loro. L’ideale assoluto avviene nel momento in cui l’allenatore non ha più niente da dire perché i giocatori sanno tutto quello che c’è da sapere.”
 
2) Tante vittorie, per la Generazione di Fenomeni. Ma anche qualche sconfitta, inevitabilmente. Come bisogna reagire quando si perde? Questa è la risposta del sudamericano:
“Accettare di perdere significa sapere perdere. Invece nei comportamenti prevalenti c’è sempre un colpevole, c’è sempre un motivo: l’arbitro, il tempo, il fuso orario… Saper perdere significa non dare la colpa a nessuno, non dire niente”.
 
3) Velasco, talvolta, andava controcorrente. Era un libero pensatore, se così si può dire. Qual è la chiave per vincere una partita, non di pallavolo, ma nello sport in generale?
“È opinione diffusa che chi ha vinto abbia fatto tutto bene e chi ha perso abbia fatto tutto male. Nello sport non basta fare le cose bene, bisogna farle meglio degli altri”.
 
4) Ci sono sempre dei “migliori”, nel mondo sportivo. Ma come batterli? Un po’ socraticamente, bisogna conoscere bene se stessi, ma anche gli avversari. Questa è nel dettaglio l’idea dell’allenatore argentino:
“Per definire con precisione il punto di riferimento da seguire, bisogna saper valutare noi stessi e gli altri con precisione. Quando non si sa effettivamente a che livello sono i “migliori”, si tende a pensare che siano perfetti, quindi irraggiungibili. E questo modo per valutare un avversario serve come stupendo alibi per dire: “Siccome loro sono perfetti, io non riuscirò mai a essere come loro. Quindi rimango come sono.” Se invece si valutano i migliori con precisione, si scopre che anche loro hanno dei difetti, quindi l’obiettivo diventa raggiungibile”.
 
5) Ogni compagine, per migliorare, deve perseguire degli obiettivi. Ma a sentire questa necessità devono essere per primi i giocatori.
“L’autoesigenza della qualità è la chiave di volta per cambiare una squadra. Parlo di autoesigenza perchè finchè l’esigenza è imposta dall’allenatore non si può fare il salto di qualità. Bisogna che i giocatori la avvertano, e bisogna indurli a volerla avvertire”.
 
6) Bisogna battere gli avversari, certo. Ma prima è necessario disputare e vincere un’altra sfida.
“La prima vittoria che propongo ai miei giocatori, e che mi pongo io stesso, è battere un nemico terribile, anche perchè si nasconde e non lo vogliamo mai affrontare. E questo avversario sono i nostri limiti, i nostri difetti, le cose che non ci vengono bene, che non ci piacciono. Questa è la prima vittoria, se non si vince questa gara non c’è miglioramento, non c’è qualità”.
 
7) Una volta battuti i propri limiti, si può cominciare ad avere una mentalità vincente, e a battere le squadre e le difficoltà. Cosa succede se non ci si riesce?
“Non riuscire a vincere la difficoltà porta alla “cultura degli alibi”, cioè il tentativo di attribuire un nostro fallimento a qualcosa che non dipende da noi.”
 
8) Quali le conseguenze di questa cultura?
“Adottando la cultura degli alibi elimino la possibilità di utilizzare il feedback che sta alla base dell’apprendimento. L’errore è uno strumento che segnala la necessità di apportare delle modifiche, le scuse invece impediscono di mettere in moto tutto il processo di miglioramento”.
 
9) Ma, se si supera anche questo ostacolo…
“Il terzo livello di vittoria è vincere contro gli avversari. E qui il problema della qualità è nostro e degli altri, ed il problema è misurarla”.
 
10) Questo lunghissimo percorso non potrà mai però rendere la squadra perfetta, essendo la perfezione per definizione irraggiungibile. Infatti:
“Ricerca della qualità non significa perfezione, per il semplice motivo che non è possibile raggiungerla. Uno dei compiti di un vero allenatore è quello di individuare fra tutti gli elementi da migliorare in una partita quelli che sono decisivi per la vittoria”.
 
La cronaca
 
Entriamo ora in cronaca.
Fin dal fischio di inizio la Virescit mette le cose in chiaro: oggi si gioca a un campo solo e le danze le conduce una squadra sola, quella con la maglia viola.
Squadra viola che gestisce senza problemi in difesa i pochi affondi degli avversari, domina il centrocampo e in attacco crea occasioni in continuo.
Al 7′ magnifica azione corale Khaddad – Marras – Tiraboschi – Cangiamila, con quest’ultimo che manca per un soffio la deviazione vincente in mezzo all’area.
Al 8′ uno – due Tiraboschi – Mamani, il tiro del quale è rimpallato in area da un difensore.
Ma non c’è tempo per rifiatare.
Al 10′  di nuovo la premiata ditta Tiraboschi – Mamani imbastisce un affondo che serve nuovamente Cangiamila, tiro e fuori.
Al 11′ invece Cangiamila semina il panico sulla fascia sinistra per mettere poi in mezzo un gran pallone per Mamani; tiro rimpallato, Seghezzi recupera il pallone e fa partire una gran bordata dal limite; il portiere ospite si supera allungandosi miracolosamente a deviare in angolo.
Al 14′ Khaddad (molto ispirato oggi) galoppa sulla fascia destra e dal fondo fa partire un tiro-cross che danza sulla linea di porta, Cangiamila tenta la deviazione in rete ma è alta.
Al 15′ nuovamente Khaddad va sul fondo e crossa, Tiraboschi allunga per Cangiamila, tiro a botta sicura, rimpallato fortunosamente da un difensore quasi sulla linea.
Al 18′ invece Tiraboschi (eccellente la sua partita odierna) fa tutto da solo: mette il turbo a metà campo, semina un nugolo di difensori, entra in area e scocca un tiro che supera il portiere, ma ancora una volta un difensore ci mette la pezza, togliendo praticamente la palla dalla porta.
Al 19′ Marras ci prova con un gran tiro al volo da 15 metri che va fuori di poco.
È praticamente un assedio.
La Virescit è inarrestabile ed il Fiorano si difende come può.
Al 23′ punizione ben calciata da Paruta, un difensore mette fuori con un colpo di testa di breve gittata. Seghezzi è più lesto di tutti ad impossessarsi del pallone al limite e spara una fucilata verso la porta, ma neanche stavolta è fortunato: palo pieno.
Un minuto dopo Tiraboschi tenta la conclusione diretta su calcio di punizione, ma viene rimpallato. Raccoglie il pallone Marras che fa partire l’ennesima saetta verso la porta degli ospiti, ma il pallone lambisce il palo e si perde sul fondo.
Al 30′ Seghezzi lancia Cangiamila che se ne va in progressione per poi servire in mezzo all’area il buon Ferrari Lorenzo che trovandosi solo soletto dovrebbe solo metterla dentro.
Il buon Ferrari Lorenzo però fa un po’ di confusione tra orizzontale e verticale e quindi spara alle stelle alto sopra la traversa.
Al 31′ Cangiamila dopo una bella discesa sulla fascia sinistra serve Ferrari Francesco in mezzo all’area, bel tiro al volo, ma è fuori.
Poi finalmente, dopo aver fallito diverse occasioni, dopo che il portiere ospite ha fatto gli straordinari parando il possibile e l’impossibile, su una azione innocua arriva il gol.
Succede al 34′: la difesa del Fiorano sotto pressione fa un retropassaggio piuttosto azzardato al proprio portiere, si inserisce Cangiamila che prova il tiro a rete immediato. Tiro che, rimpallato da un difensore, si impenna per ricadere verso il portiere. Il portiere esce per catturare la palla, ma la sua presa è incerta, il pallone gli sfugge di mano ed è un gioco da ragazzi per Cangiamila, ancora appostato nei pressi, mettere in rete.
1 a 0 quasi al riposo.
Prima del quale c’è ancora il tempo di vedere al 35′ un gran calcio di punizione di Ferrari Francesco sul quale il portiere si fa perdonare l’incertezza di un minuto prima a andando a togliere dal sette un pallone che sembrava già in rete.
 
Alla ripresa del gioco il copione non cambia: Virescit costantemente all’attacco, Fiorano perennemente in difesa, sempre più affannosa.
Senza contare che se nel primo tempo gli Allievi viola hanno tradotto la propria schiacciante superiorità in un unico gol, nel secondo tempo diventano micidiali anche in fase realizzativa e sommergono di reti gli avversari.
Al 2′ la Virescit realizza già il raddoppio: Maraglio lancia Tiraboschi; Tiraboschi si invola verso la porta, entra in area e tira; il suo tiro viene rimpallato, ma lo stesso Tiraboschi riprende la palla e con un preciso diagonale nell’angolino insacca alle spalle dell’incolpevole portiere.
Al 6′ nell’area del Fiorano azione più confusa di una manovra economica del Governo, ne sortisce un batti e ribatti di dimensioni epiche, ma il tiro finale viene deviato in corner.
Il corner lo batte Ferrari Francesco, la difesa ospite allontana in qualche modo, ma la palla viene raccolta dallo stesso Ferrari Francesco il quale, appena al limite dell’area, con un magistrale tiro a giro insacca nel sette  della porta.
Al 8′ Ferrari Francesco duetta con Tiraboschi il quale serve Ferrari Lorenzo. Il tiro di quest’ultimo è potente e preciso, ma ancora una volta il portiere del Fiorano (oggi il migliore dei suoi, e sia detto senza alcuna ironia) si supera e para.
Al 12′ Maraglio rilancia dalla propria metà campo e mette in moto Cangiamila il quale va via in accelerazione, entra in area e tira: il pallone che sembrava già rete viene invece deviata sulla linea da un difensore ospite.
Al 20′ Tiraboschi mette in mezzo per Mamani che tira senza indugio, la difesa rimpalla in qualche maniera con una respinta corta. Raccoglie il pallone Maraglio che scocca un tiro potente che scheggia l’esterno del palo prima di perdersi sul fondo.
Un minuto dopo è Marras che cerca di nuovo fortuna con un tiro da fuori che il bravissimo portiere ospite devia in corner per l’ennesima volta.
Al 23′ la Virescit batte un altro corner. Dalla bandierina il pallone spiove pericolosamente in area, Maraglio in procinto di tentare la deviazione a rete viene anticipato dal difensore, ma raccoglie Tiraboschi il quale mette nel sette della porta il 4 a 0 per i ragazzi in casacca viola.
Al 27′ invece è Maraglio che rilancia Khaddad, Khaddad se ne va in solitario sulla fascia e mette in mezzo per Ferrari Lorenzo, bel tiro, ma è fuori.
Al 29′ di nuovo Khaddad in evidenza sulla fascia, serve Idriss che si avventura in un buon dribbling salvo essere poi anticipato al momento del tiro da un difensore che mette in corner.
Il corner lo batte Ferrari Lorenzo, ne sortisce una mischia furibonda degna del Sei Nazioni risolta da Khaddad con un tiro che si insacca sotto la traversa e fissa il risultato definitivamente sul 5 a 0.
Siamo all’epilogo ormai.
L’ultima azione da annotare sul taccuino è al 33′.
Seghezzi duetta con Maraglio al limite dell’area, Maraglio lancia un missile terra – aria verso la porta avversaria, ma il missile lambisce la parte superiore della traversa ed esce.
È tempo di festeggiamenti.
Con questa vittoria, a tre giornate dalla fine, la Virescit conquista la matematica certezza dell’accesso alla fase finale per il titolo provinciale.
Poi, finiti i festeggiamenti, sarà il caso di tornare subito al lavoro ed allenarsi.
Perché, come dice il buon vecchio zio Vujadin: “Senza dissiplina vita è dura”.
 
Vittorio Maraglio

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