The Match

Allievi CSI – Girone B - stagione 2016/2017

Allenatore: D’Amore Filippo
 
Vice Allenatori: Ferrari Lorenzo – Mangili Luca
 
Vilminore di Scalve (BG) – 11 marzo 2017 – ore 16,30
 
Intro parte 1 – The Match: Muhammad Alì – George Foreman
 
Chi ama il pugilato o quanto meno ne mastica un po’ di questo sport sa che per il pugilato esiste un combattimento dei combattimenti: Muhammad Alì contro Foreman. Kinshasa, Zaire. 30 ottobre 1974.
Muhammad Alì, è il vecchio campione ormai decaduto.
Deve combattere contro Foreman.
Lui è giovane, forte, grande come un Dio e picchia come un martello.
Foreman, anche se Alì non è più lo stesso, si aspetta l’Alì che danza come una farfalla e punge come un’ape e si prepara ad un match dove pensa di dover incanalare la sua potenza a contenere la tecnica di Alì per poi mandarlo al tappeto infilandosi nei varchi aperti della sua arte mirabile.
Ma Muhammad Alì gli fa fare tutto un altro match.
Alì danza come sa danzare solo i primi due minuti, poi si chiude alle corde e Foreman inizia a martellarlo.
Scaraventa su Alì gragnuole di colpi furibondi, pugni che sembrano mazzate, ognuno di essi pesa quintali (perchè si vede, in un documentario, Foreman che fa allenamento al sacco e ci picchia dentro pugni impressionanti e il sacco resta deformato).
E Alì è stretto alle corde, il vecchio campione che tutti pensano ormai finito e in agonia.
E George Foreman lo picchia senza pietà, incredulo che io sia ancora in piedi sotto la potenza devastante dei suoi colpi.
E Alì, chiuso alle corde, mentre è in balia dell’avversario che picchia ai limiti dell’inverosimile, lo prende anche per i fondelli: “hey George, non sai fare di meglio? George non mi fai niente sai? Mi stai picchiando George? Guarda che mi fai il solletico!”.
Per sette e mezzo lunghissimi round George Foreman picchia Alì, lo martella, lo tempesta di pugni, la gente si chiede “che diavolo fa Muhammad Alì? come può resistere a una simile furia? perchè non getta la spugna?”.
Che diavolo fa Alì? Sta preparando la vittoria nel più grande incontro di tutti i tempi, The Match lo chiameranno poi.
Non getta la spugna, Alì, non getta mai la spugna.
Per sette e mezzo lunghissimi round la sua sembra un’agonia, un incontro segnato, una sconfitta sicura.
Alì è alle corde e il giovane, forte, invincibile George Foreman lo picchia e dispone di lui.
Ma a metà dell’ottavo round, in quella montagna umana di muscoli, potenza e cattiveria, nel suo muro indistruttibile si apre una crepa ed è da lì che entra la luce. 
Nell’unica frazione di secondo in cui lui si scopre, Muhammad Alì esce dalle corde e spara alla velocità della luce due soli colpi in una successione memorabile: jab sinistro, gancio destro.
La montagna di muscoli George Foreman, fulminato, ribalta la testa all’indietro, cade a terra rimbalzando sul ring e resta steso definitivamente ko.
Vinco Alì, contro ogni logica e previsione.
Perchè lui è Muhammad Alì.
Lui è il più grande.
 
Intro parte 2 – The Match 2: Poliscalve – Virescit
 
Chi ama il calcio o quanto meno ne mastica un po’ sappia che adesso anche in questo sport abbiamo una partita delle partite: Poliscalve contro Virescit, campionato Allievi CSI. Vilminore di Scalve, provincia di Bergamo. 11 marzo 2017.
La Virescit ha terminato il girone di andata in testa da sola, fregiandosi del titolo (platonico) di campione d’inverno.
Poi ha avuto un inizio di girone di ritorno difficoltoso.
È caduta subito in malo modo contro il Brusaporto terzo in classifica.
Poi ha vinto contro la Polorio e di goleada contro la modesta Villese.
Però nell’ultima partita ha perso la testa della classifica facendosi scavalcare dall’Ares Redona che l’ha sconfitta in casa, aiutata anche dalla stessa Virescit che ha sbagliato completamente la partita, sia nell’approccio tattico da parte della panchina, sia nella interpretazione tecnico-agonistica da parte dei giocatori.
Ora tutti hanno già iniziato a recitare il “de profundis” per la Virescit e gli avvoltoi volteggiano in alto pronti ad avventarsi sui miseri resti della ex capolista.
In queste condizioni la Virescit deve affrontare la trasferta più difficile che potesse aspettarla.
Deve giocare a Vilminore di Scalve contro la Poliscalve.
La quale è quarta in classifica, ma in casa, tranne un occasionale pareggio, ha sempre vinto con tutti, compresa la attuale capolista Ares Redona, alla quale ha rifilato cinque pappine a uno.
L’arma vincente della Poliscalve in casa è il campo di gioco.
Che è di dimensioni ridotte (si gioca a 11, ma lo danno per 9, e più realisticamente si potrebbe definire da 7).
E che, inoltre, ha un fondo di terra e sabbia polveroso a tal punto che se si volesse andare a scomodare un paragone musicale si dovrebbe citare “Il minatore di Frontale” di Davide Van De Sfroos e il suo verso “sfidare tutti i giorni la strega silicosi”, perché la silicosi effettivamente è ciò che si rischia di prendere quando si dirada la nebbia della polvere sollevata dai giocatori durante le azioni di gioco.
La Poliscalve di questo approfitta.
Le squadre tecniche vengono qui e provano a giocare a calcio usando i fraseggi usuali, l’uno-due e tutto il proprio repertorio di schemi e movimenti.
Su un campo del genere non ci sono però gli spazi e le condizioni per poter giocare in questo modo e finisce così che la Poliscalve approfitti di ogni errore delle squadre tecniche su questo terreno per punirli senza pietà e rifilando loro scoppole memorabili.
La Poliscalve si aspettava di fare così anche con la Virescit.
Pensava che la Virescit salisse in Val di Scalve con l’intenzione di far valere il proprio superiore bagaglio tecnico per poi approfittare del suo imbarazzo su questo campo e infilarla inesorabilmente dandole una sonora lezione.
Ma coach D’Amore gli ha fatto fare tutto un altro match.
Il coach ha sbagliato completamente l’approccio allo scontro al vertice con l’Ares Redona, ma, come quelli veri, una volta può sbagliare, ed è umano, ma dai suoi errori impara e mette a frutto l’esperienza, per quanto negativa.
E contro la Poliscalve si inventa un capolavoro tattico.
Dopo aver catechizzato a dovere per tutta la settimana i propri giocatori, lascia negli spogliatoi la tecnica e la pretesa delle giocate tecniche e spettacolari.
Dispone invece in campo la squadra con un inedito 3 – 3 – 4 di grande intelligenza, dal momento che la difesa a 3 negli spazi ristretti del campo scalvino è sufficiente, 3 centrocampisti di movimento sono adeguati per spingere la squadra e 4 attaccanti servono a mantenere comunque alto il baricentro della propria formazione, facendo in modo che non salgano troppo gli avversari.
La tecnica? Un’altra volta.
Parole d’ordine:

  1. spazzare via la palla e rilanciare senza pensarci troppo piuttosto che correre rischi;
  2. al limite dell’area avversaria tirare senza problemi, a costo di tirare sulla Presolana;
  3. nella tre quarti avversaria in qualche rara occasione, valutando bene di averne gli spazi, tentare eventualmente anche la giocata di fino e l’uno-due, ma nel caso tirare in tribuna.

Lezione esemplare di calcio pragmatico e di lucida intelligenza.
Applicata alla perfezione dai giocatori viola.
Che vanno in campo e, fregandosene dell’estetica, mettono in pratica alla lettera le disposizioni di coach D’Amore.
Spazzano decine di palloni (innescando spesso contropiedi pericolosi dei propri attaccanti), vanno sotto di un gol, non battono ciglio, riagguantano il pareggio e subito dopo vanno in vantaggio con un uno-due micidiale.
Poi un po’ dominano, un po’ soffrono, alternando qualche giocata spettacolare a qualche errore di superficialità.
Però restano sempre in partita con grande tenuta mentale.
Più forti del campo improponibile, delle provocazioni del pubblico, di alcune decisioni arbitrali discutibili per non dire altro.
Per poi, al 34’ piazzare il colpo del ko, memorabile come la successione jab sinistro, gancio destro di Muhammad Alì.
Risultato finale: Poliscalve 1, Virescit 3.
Chapeau.
Perché questa volta come paragone per coach D’Amore (anzi per la Triade, non possiamo dimenticare i due vice Ferrari e Mangili) e i suoi (loro) ragazzi, per come hanno interpretato, ma soprattutto preparato, la partita, dobbiamo scomodare il grande Sun Tzu e il suo immortale “L’arte della guerra”:
“I guerrieri vittoriosi prima vincono e poi vanno in guerra, mentre i guerrieri sconfitti prima vanno in guerra e poi cercano di vincere.”
 
La cronaca
 
Ed eccoci alla cronaca e questa volta il nostro cronista il taccuino lo ha aperto più volte e di episodi di rilievo ne ha annotati parecchi.
Partita combattuta e viva fin dall’inizio.
Le dimensioni e le caratteristiche del campo di gioco fanno sì che i ribaltamenti di fronte siano continui ed il gioco non spettacolare ma sicuramente tambureggiante da parte di entrambe le compagini.
Al 5′ Cangiamila su lancio lungo proveniente da sinistra si ritrova da solo in area, ma viene anticipato.
Due minuti dopo la Virescit azzarda una delle pochissime azioni manovrate del match ed è una manovra corale di pregio: Boughlem per Cangiamila, il quale apre per Ferrari Francesco, quest’ultimo serve Maraglio, ma la conclusione è fuori.
La Virescit non sbaglia un colpo ed interpreta alla perfezione lo schema tattico predisposto dai propri allenatori.
La difesa a 3 Paruta – Regonesi – Flores Chavarria è una muraglia.
In mezzo il centrocampo a 3 Ferrari Lorenzo (che torna, eccome se torna, a dare una mano alla difesa) – Maraglio (capitano oggi molto diligente e di spessore) – Marras (solido e concreto) contiene e costruisce in continuazione.
Davanti Boughlem finalmente torna a fare il Boughlem facendo andare le gambe anziché la lingua (qualche volta anche quella, non gliela fa proprio, è più forte di lui), Tiraboschi si danna per la causa con intelligenza e applicazione, Ferrari Francesco gioca con continuità e Seghezzi fa lavoro oscuro e prezioso con grande dedizione, non disdegnando tentativi di tiro pericolosi.
È una Virescit finalmente squadra, dove ognuno mette fieno in cascina per il bene comune e chi entra gioca allo stesso modo di chi esce, così che invertendo l’ordine dei fattori il prodotto non cambia.
Così dei vari Cangiamila, Khaddad, Agostino e Mamani subentrati successivamente o entrati e usciti di volta in volta, possiamo dire bene quanto dei loro compagni dell’undici iniziale.
Al 9′ è Khaddad che lancia Boughlem in area, ma la difesa di casa anticipa.
Al 10′ Paruta lancia Ferrari Francesco il quale mette in mezzo per Cangiamila che è lì da solo in area, ma solo, davvero solo. Il colpo di testa però è a lato e alto.
Al 12’ è Boughlem che mette in mezzo per Maraglio a centro area ma il tiro di quest’ultimo è rimpallato.
Al 17′ la difesa viola ha una delle poche incertezze di questa partita, innescando una situazione pericolosa che per fortuna si risolve con un tiro a lato della Poliscalve davanti ad una porta della Virescit quasi vuota.
Un minuto dopo è Paruta che con un grande recupero in mezzo chiude la via agli attaccanti avversari.
Al 19′ però la Virescit va sotto: Regonesi si perde l’attaccante al limite dell’area, questi triangola con il proprio compagno e dall’angolo destro dell’area lascia partire un tiro che si insacca alle spalle dell’incolpevole Vinciguerra. 1 a 0 per i padroni di casa.
Ma la Virescit oggi c’è, non si scompone e continua imperterrita.
Già dopo tre minuti riporta in parità l’incontro.
Ferrari Francesco batte un corner basso, Boughlem spizzica solo la palla, ma dalle retrovie, con intuizione degna del goleador rapinatore d’area, irrompe Khaddad che infila in rete. 1 a 1.
Non sono passati altri tre minuti e la Virescit è in vantaggio.
Rimessa laterale di Tiraboschi per Boughlem nella tre quarti della Poliscalve.
Boughlem si aggiusta la palla sul piede, si accentra, si porta al bar tre difensori ubriacandoli e giunto al limite dell’area scaglia un missile verso la porta avversaria che il portiere vede solo quando vede la rete gonfiarsi.
Poliscalve 1, Virescit 2.
I padroni di casa reagiscono, ma la Virescit non indietreggia, anche se corre qualche rischio.
Al 26’ indecisione della difesa viola, ma risolve Flores Chavarria liberando.
Al 28′ azione confusa in area viola, tra i tanti un attaccante scalvino colpisce di testa e coglie la traversa.
Al 31′ il 9 dei locali viene pescato da un lancio dei compagni in mezzo all’area in posizione di fuorigioco chilometrica non rilevata dal direttore di gara. La deviazione dell’attaccante finisce sul palo per poi essere rinviata.
Il finale di primo tempo è ancora Virescit.
Al 33′ Ferrari Lorenzo per Boughlem, nulla di fatto.
Al 34′ Maraglio innesca Ferrari Francesco che apre per Tiraboschi, ma la sua conclusione non ha fortuna.
È l’ultima azione prima del riposo.
 
Alla ripresa del gioco si risale sull’ottovolante e la girandola di azioni ricomincia.
Al 2′ Paruta per Boughlem, tiro a lato.
Al 3′ Vinciguerra no vuole essere da meno dei compagni e stronca una azione potenzialmente pericolosa della Poliscalve con una uscita coraggiosa.
Al 5’ corner per la Virescit, batti e ribatti in area, ci provano prima Boughlem, poi Ferrari Francescoe infie Maraglio ma la palla non engrra.
Al 10’ triangolazione Ferrari Lorenzo – Tiraboschi – Ferrari Lorenzo, ma senza esito.
Un minuto dopo ennesimo corner per la Virescit, spiove in area un invitante pallone per Maraglio il quale anziché stoppare e tirare tenta una conclusione al volo, ma il portiere locale si oppone con un  grande intervento ed evita il gol.
Al 13’ Boughlem ci prova direttamente su punizione, ma il portiere devia in corner.
Un minuto dopo sempre Boughlem fa partire una saetta dal limite, il portiere della Poliscalve ancora una volta si supera e devia.
La Virescit ci ha preso gusto e non molla un centimetro.
Al 16’ nuova punizione di Boughlem che si spegne di poco a lato del sette.
Al 17’ Agostino lanciato in area non riesce a controllare bene la palla che sul terreno infido e sabbioso rimbalza acquistando uno strano effetto.
Segue una fase molto confusa e frammentaria.
I locali provano a spingere, ma senza grande costrutto.
La Virescit argina, senza grande affanno.
Al 32’ però la Poliscalve tenta il colpo gobbo: il numero 9 al limite dell’area, in posizione centrale, trova il corridoio giusto per piazzare un tiro dal limite letale destinato al fondo del sacco.
Vinciguerra è però in versione Uomo Ragno e piazza lì l’unico suo vero intervento della giornata, però decisivo: si distende in tuffo e con colpo di reni prodigioso devia, salvando il risultato, come soli sanno fare grandi portieri.
Subito dopo, a corollario del tutto, piazza anche un’altra uscita coraggiosa.
Non mancano molti minuti e la Poliscalve lancia l’assalto finale cercando il pareggio.
Ma la Virescit è come Muhammad Alì e piazza il colpo del ko finale.
Al 34’ Maraglio recupera l’ennesimo pallone a centrocampo e subito con intelligente passaggio filtrante lancia Cangiamila nel cuore della difesa avversaria.
Cangiamila entra in area in velocità, resiste alla carica che contemporaneamente gli portano due difensori avversari e scaglia un tiro prepotente che si infila nel sette della porta.
Poliscalve 1, Virescit 3.
Il grande Dan Peterson, con una delle sue meravigliose espressioni per definire la partita chiusa, a questo punto avrebbe detto: “Chiamate i cani a casa”.

Vittorio Maraglio

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